Il termine zafferano deriva dal latino "safranum" che risale a sua volta
all'arabo "Za' feràn". Le sue proprietà erano note agli Egizi come conferma il
Papiro di Ebers del 1550 a.C., ma anche in ambito cretese-miceneo, tanto che il
fiore dello zafferano è raffigurato nelle pareti del Palazzo di Cnosso. Nella
Bibbia, precisamente nel Cantico dei Cantici, lo zafferano viene
associato alle piante più aromatiche e pregiate che nascono nel giardino.
Nella mitologia greca la nascita della pianta è attribuita all’amore di Croco
per la ninfa Smilace. Gli dei erano contrari al loro amore e trasformarono lui
nella pianta dello zafferano e lei in quella sempre verde del tasso. Lo
zafferano era inoltre adoperato dal dio greco Ermes, consigliere degli
innamorati, per risvegliare il desiderio.
Omero nell'Iliade indica il croco, insieme al loto e al giacinto, tra i
fiori del letto di nuvole di Zeus, re dell'Olimpo. Il medico greco
Ippocrate loda le sue facoltà farmacologiche raccomandandolo contro i
reumatismi, la gotta e il mal di denti.
I Romani utilizzavano lo zafferano come colorante per i veli delle
spose, mentre nelle miniature spesso sostituiva l'oro. Veniva
utilizzato anche come cosmetico per tingere capelli, unghie, labbra e
pelli.
Nel bacino mediterraneo la coltivazione di tale pianta ritornò in auge dopo
l’invasione araba della Spagna nel 961 d.C. e il predominio marittimo dei
saraceni. L'uso dello zafferano si diffuse soprattutto grazie alla presenza di
una società aristocratica in grado di apprezzarne le qualità culinarie,
affiancata da una classe di schiavi in grado di sopportare le fatiche legate
alla sua coltivazione.
La Spagna fu uno dei primi paesi a capire che lo zafferano poteva essere
fonte di ricchezza e in ogni modo cercò di conservarne il monopolio della
coltivazione. Addirittura era prevista la prigione o la morte per chi
tentava di esportarne i bulbi. Per fortuna il padre domenicano Santucci,
inquisitore nella Spagna di Filippo II, riuscì a trafugare la spezia che
è così giunta fino a noi grazie ad una lunga catena di coltivatori, viaggiatori
e commercianti.
Lo zafferano è rappresentato esclusivamente dagli stimmi essiccati del Crocus
Sativus, pianta bulbosa appartenente al genere crocus della famiglia delle
iridacee. Le caratteristiche di questa spezia sono dovute principalmente a tre
componenti chimiche: la crocina, alla quale si deve l’attività
colorante gialla; la picrocrocina, un glucoside amaro che conferisce
il sapore e il safranale che è il responsabile dell’aroma.